L’Alta Via Del Sale

Perché questo nome?

Un elemento che oggi ci può sembrare addirittura banale, come il sale, nell’antichità è stato invece prezioso, al punto di essere considerato per secoli una merce di scambio per eccellenza. Le famigerate “gabelle del sale” hanno oppresso le popolazioni a lungo poiché l’acquisto obbligatorio di sale dal monopolio del potere, da parte di ogni famiglia, in proporzione alla consistenza del nucleo famigliare e ad altri peculiari elementi, corrispondeva a quello che oggi definiremmo il pagamento delle imposte. A causa del sale sono state combattute addirittura sanguinose guerre; alcune zone alpine del basso cuneese, per difendere antichi privilegi legati all’esenzione dal pagamento di questa imposta hanno combattuto una guerra durata decenni e conclusa con migliaia di morti, incendi dei villaggi, deportazione delle famiglie che si erano ribellate al potere.

Non meravigli quindi che alcune strade che collegano la pianura con il mare, fonte naturale di questo prezioso elemento, siano ricordate ancora oggi con questo nome. L’Alta Via del Sale lega il suo toponimo alle antiche carovane che percorrevano uno dei valichi storici più antichi che attraversano la catena alpina: il colle di Tenda. Da questo colle alto 1.870 metri s.l.m. anticamente conosciuto come “Cornio”, sono passate migliaia di carovane di muli, (mezzo di trasporto per eccellenza dell’antichità) carichi di sale, olio, formaggi, grano per alimentare i commerci della pianura cuneese con la costa ligure e viceversa. Proprio da questo luogo prende avvio l’Alta Via del Sale, una strada che viaggia in quota, sfiorando sempre i duemila metri di altitudine, per raggiungere Monesi, una piccola frazione di Triora ed attraversando un territorio di incomparabile bellezza e fascino. Un territorio cangiante, che passa dall’aspetto roccioso dell’area carsica che ne accompagna il primo tratto all’ombroso tragitto che taglia il bosco delle Navette, una sconfinata foresta di conifere, costeggiando cime alte ed austere, tagliando alpeggi e declivi decorati da estese fioriture di rododendro e di altre essenze alpine.
La strada porta oggi il segno della storia e dei secoli che l’hanno vista calpestata da pastori, viandanti e soldati; passaggi che hanno lasciato il segno, accrescendo di volta in volta il patrimonio legato alla strada stessa e fatto di ponti, scarpate, muri costruiti a mano, con le pietre ricavate in loco. A volte scavata nella roccia, a volte quasi sospesa su arditi tornanti che guadagnano quota svoltando nel vuoto, a volte tracciata tra i larici e gli abeti, questa strada è essa stessa un monumento e come tale va vista e percorsa. Oggi l’Alta Via del Sale è più che mai arteria pulsante di un vasto territorio che può essere scoperto, attraverso il percorso della strada stessa ma anche grazie ai numerosi itinerari che in questa regione si sviluppano, tra Italia e Francia, tra la montagna ed il mare. Un’articolata proposta di percorsi adatti a chi vuole semplicemente camminare, a chi usa la mountain bike ed anche a chi pratica l’off road, consente di scoprire un territorio che tocca tre grandi aree parco, trapuntato di cittadine e villaggi che hanno davvero tanto da offrire al visitatore, sotto ogni punto di vista. Che si cerchi, infatti, il contatto con la natura selvaggia delle cime o il piacere di una pedalata lungo uno degli innumerevoli sentieri si troveranno anche musei, centri storici deliziosi, antiche tradizioni, graffiti preistorici, gastronomia eccellente, aree attrezzate per giocare all’aria aperta e molto altro ancora.

IL TRACCIATO DELLA ALTA VIA DEL SALE

Dal Colle di Tenda al Colle della Boaria

Prendendo come punto di partenza Limone Piemonte, si devono inizialmente seguire le indicazioni che portano verso l’imbocco dell’Alta Via del Sale raggiungendo dapprima la borgata S.Anna ed i Tetti Catlin affrontando poi la strada che si arrampica, dopo aver attraversato l’abitato di Limonetto, fino a raggiungere il Colle di Tenda (altitudine 1.871 m.). Da qui si devia verso il Forte Centrale, tralasciando la deviazione che porta al forte Tabourde, continuando a recuperare quota. I forti sono austere ed imponenti costruzioni militari che meritano una sosta ed una visita prima di proseguire lungo la strada che continua fino a lambire alcuni moderni impianti di risalita (Pancani e Cabanaira) e lo chalet Baita 2000. La strada si inerpica e, superato il costone, si incontra una ampia curva in discesa fino al Lago della Perla (2.036 metri di altitudine) per poi risalire verso il colle omonimo. Dalla conca del Colle della Perla si continua a salire lungo i fianchi della cima Cuni transitando su una spettacolare curva, che appare quasi sospesa nel vuoto. La struttura che regge il tornante, edificata dal genio militare è un vero capolavoro dell’architettura stradale. Di qui si scende fino a raggiungere il Colle della Boaria a 2.102 metri di quota.

Dal Colle della Boaria al Colle dei Signori

Sul colle appaiono i resti di ottocentesche costruzioni militari facenti parte di un ampio vallo fortificato. Ormai si viaggia costantemente a quote superiori ai duemila metri ed il paesaggio assume tutte le caratteristiche dell’alta montagna, mentre la strada prosegue tagliando, in mezzo a rocce calcaree, un paesaggio carsico di grande bellezza che viaggia sulla linea di confine tra i due Stati sconfinando spesso in territorio francese.
Raggiunta la zona di alpeggio di Malaberga, dopo una salita tortuosa, si attenua l’asperità del paesaggio, mentre si supera il bivio che porta verso la Capanna Morgantini. Il percorso prosegue toccando lo sperone roccioso di Castel Chevolail e, superando alcune gorge e scavalcati due costoni, si procede sul lato meridionale del Marguareis fino a raggiungere il Colle dei Signori.

Dal Colle dei Signori a Monesi

Qui una strada digrada verso il Rifugio Don Umberto Barbera sul quale svetta la cima del Marguareis, punto di confine tra Italia e Francia. Il Rifugio è un punto di incontrto tra molte vie alpine: infatti il Colle dei Signori è facilmente raggiungibile dalla Valle Roya, dalla Valle Tanaro, dalla Valle Pesio e dalla Valle Ellero. Dal colle la direttrice principale prosegue fino ad aggirare, con un ampio tornante, cima della Pertega (2.404 metri di altitudine) e sale al passo di Framargal che rappresenta il punto più elevato del tracciato, coi suoi 2.260 metri di altitudine. Qui lo spettacolo che si può vedere è sensazionale e spazia dalla catena del Marguareis al bosco delle Navette fino alle Valli che si distendono a meridione. La strada prosegue in leggera discesa fino a giungere al Colle delle Selle Vecchie (2.098 metri di altitudine). Dopo breve il paesaggio muta radicalmente. La zona rocciosa lascia spazio ad una delle più ampie estensioni boschive di quest’area del parco: si entra infatti nel Bosco delle Navette, stupefacente foresta di conifere che accompagna un andamento stradale meno aspro e più scorrevole. Giunti ai piedi del Monte Saccarello sulla cui anticima si eleva la maestosa Statua del Redentore, si incontrerà il Bivio per Monesi, distante circa sei km. Da qui si potrà poi procedere verso Upega, un piccolo e caratteristico borgo alpino, raggomitolato in un breve tratto pianeggiante alle basi del pendio che ripido sale verso le cime rocciose dello spartiacque per poi discendere, su strada asfaltata, attraverso la suggestiva gorgia rocciosa del passo delle Fascette, fino a Ponte di Nava e ad Ormea.

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